Domenica. Partenza ore 10.30. Prima tappa: Piano del Re, sorgente del fiume Po/ Vigone, km 70

Siamo partiti all’alba per raggiungere Piano del Re in auto. Alle 10.30 siamo pronti per affrontare la discesa con giubbotti pesanti e guanti da moto. Fa freddo e c’è una fitta nebbia. Dopo alcune foto di rito scendiamo la ripida discesa. Francesco, che ci ha accompagnato, ci precede in auto.

Ci ritroviamo nei pressi di Paesana per salutarci e per lasciargli l’abbigliamento pesante che non ci servirà più. Il nostro equipaggiamento consiste in due borse posteriori laterali della Ortlieb e una borsa anteriore da manubrio più una piccola borsa termica per i viveri che acquisteremo lungo la strada.

Proseguiamo cercando il più possibile la vicinanza con il fiume che qui è ancora un ruscello impetuoso. Ci fermiamo a Revello dove troviamo un angolo con delle panchine e tavolini di legno per consumare il nostro primo pranzo di strada. Comincia a fare caldo e ci togliamo ancora qualche indumento.

Da Revello a San Firmino c’è una strada ciclabile molto bella e tranquilla, seguiamo le indicazioni verso l’abbazia e proseguiamo in un paesaggio bucolico e piacevole. Passato l’abitato di San Firmino troviamo casualmente una pista sterrata che corre vicino al Po: è un po’ rude e sconnessa ma segue il fiume e ci tiene lontani dal traffico.

La pista ci conduce direttamente al centro di Cardè, graziosissimo paese con un centro storico molto bello e curato. Da qui proseguiamo verso Villafranca, dove avevamo pensato di fate tappa ma purtroppo non troviamo alcuna possibilità di alloggio. Dei ragazzi in moto ci indicano un albergo a Vigone così proseguiamo sperando di trovarlo. Siamo un po’ stanchi e vorremmo riposare e fare una doccia.

Le indicazioni erano giuste, a Vigone un bell albergo a 3 stelle, con lo stesso nome, ci aspetta per ristorarci (Via Montagna, 3 Vigone Tel.0119802527, www.vigone.com).  Il personale è gentile e disponibile.

Dopo esserci ricreati usciamo per la cena nell’ ottimo ristorante “Del Moro” a 2 passi dall’albergo. Ottimi cena e prezzo.

Lunedi.  Partenza ore 9.15. Seconda tappa: Vigone/Torino, Km 39.52

Questa mattina rovesci temporaleschi, risoltisi per fortuna in tempo prima di partire. Abbiamo l’equipaggiamento ma è così noioso indossarlo…

Da Vigone abbiamo preso la direzione Torino/Carmagnola, poi dopo il bivio di Pancalieri abbiamo girato a destra in direzione di Virle. Bella strada di campagna in mezzo al fiero granoturco, poi verso Carignano, bel paese vivace con belle chiese.

Percorriamo il lungo rettilineo che porta in centro al paese, ci fermiamo a fare spesa e poi al semaforo svoltiamo a sinistra e poi a destra verso Vinadio, indi Brassi. Queste sono informazioni che perlopiù raccogliamo per strada dai locali. E’ una buona strada ciclabile, poi da La Loggia a Torino la strada è trafficata.

Arriviamo a Torino e ci incontriamo con Giovanni,che sapeva del nostro passaggio e che gentilmente ci aveva invitato da lui. Felici dell’incontro, lo seguiamo per delle strade cittadine, passando attraverso un parco ecc. Trascorriamo una piacevole serata tra amici, con Giovanni ed Anna, la nonna Ada e il gatto Botolo.

La cena preparata da Anna è squisita e curata nei particolari. Anche Giovanni è un appassionato ciclista e cosi ci capiamo.

Martedì. Partenza ore 8.45. Terza tappa: Torino/Crescentino, Km 54.77

Oggi abbiamo il battesimo della pioggia: già, prima o poi ci toccava… Attraversiamo Torino sotto un bell’acquazzone e cosi indossiamo le mantelline arancioni che non volevamo inaugurare!

Giovanni ci ha accompagnato sulla pista ciclabile cittadina lungo il Po e attraverso lo splendido parco Valentino.

Sono 10 km di pista ciclabile molto bella, peccato per la pioggia che ha disturbato un po’ la percezione dell’ambiente circostante. Alle porte di San Mauro salutiamo Giovanni e proseguiamo lungo la ciclabile che continua a scorrere affianco al Po, fino quasi a Gassino. Pranziamo con la frutta acquistata a San Mauro, uva,pesche e banane ci dissetano e ci sfamano dandoci una energia che non appesantisce la pedalata. Si trova anche il tempo per schiacciare un pisolino su una panchina ben ombreggiata. Riprendiamo la marcia ora lungo la strada 590, poco entusiasmante e trafficata.

Dopo Carmagnola facciamo il ponte sul Po e ci incontriamo con Elena e Alberto, che ci sono venuti incontro in bicicletta per accompagnarci da loro a Crescentino…
Utile avere un “Pò” di conoscenze lungo il Po… Anche qui la sera graziosa cenetta e una bella chiacchierata di bici e di vita che scorre.

Mercoledi. Partenza ore 8.45. Quarta tappa: Crescentino/Valenza Po, Km 67.55

Elena e Alberto ci accompagnano in bici per un tratto di strada piacevole dal punto di vista ciclistico. Il clima è ideale, nuvoloso ma non piove. Arriviamo fino  San Silvestro e qui ci congediamo dalla piacevole compagnia.

Proseguiamo per la trafficata 31 bis fino nei pressi di Fontanetto Po dove ci accorgiamo che, sulla nostra destra, c è una strada d’argine, la strada d’argine sinistra del Po. Felici di non stare più nel traffico la percorriamo fino alla centrale nucleare di Trino, dove dobbiamo tornare sulla trafficata 31 bis. Ritroviamo l’argine più avanti e lo percorriamo fino a Casale Monferrato.

Facciamo una sosta in un grazioso paese, Morano Po, dove acquistiamo il pranzo da consumare più avanti. Superiamo agevolmente Casale Monferrato, dopo di che troviamo ancora una strada d’argine destra del Po. La percorriamo fino nei pressi di Frassineto Po, dove però ci andiamo a perdere nelle ampie golene.
La strada d’argine finisce miseramente nel nulla o forse noi abbiamo commesso qualche errore.
Torniamo cosi sui nostri passi e riusciamo a raggiungere Frassineto.

Facciamo una pausa, siamo stanchi per aver pedalato nei terreni golenali dove si faceva fatica anche a mantenere l’equilibrio per via della sabbia, quindi riprendiamo verso Valmacca ma ci ritroviamo a Ticineto, ancora un errore… decidiamo così di percorrere la trafficata ma più veloce strada statale verso Valenza Po dove contiamo di trovare un alloggio; infatti, prima di Valenza ci fermiamo in un inaspettato B&B, Cascina Nuova, al km 74.5 della ss 494 Valenza (Tel.0131954120, www.cascinanuova.com). Una bella stanza accogliente e fresca con letto a baldacchino ci riposa per questa notte.

Giovedi. Partenza ore 8.45. Quinta tappa: Valenza Po/ Sannazzaro dè Burgondi, Km 35.91

Riprendiamo la strada verso la Lombardia e passiamo il Po sul ponte di Valenza. Giriamo verso Frascarolo e possiamo così percorrere una strada piccola e priva di traffico. Passiamo da Suardi, un po’ di vento ci ostacola la marcia. Arriviamo a Pieve del Cairo, proseguiamo per Cascine Nuove e ci fermiamo a Mezzana Bigli per acquistare il pranzo. Nel locale negozio di alimentari sono molto gentili, così pure l’edicolante che spontaneamente di indica dove prendere la strada d’argine.

Prima di imboccare questa strada ci fermiamo all’ombra affianco ad un campo di granoturco per rifocillarci. Riusciamo anche a riposare un po’. Dopo  poco si avvicina una donna, forse argentina dall’accento, che incuriosita ci chiede dove siamo diretti e si ferma quindi a fare due chiacchere, e ci ci invita a pranzare a casa sua, gentile ma avevamo già provveduto.

Dopo il cimitero svoltiamo a destra per frazione Terzo e troviamo la strada d’argine che percorriamo fino al ponte di ferro. Qui svoltiamo a sinistra per raggiungere Sannazzaro dè Burgondi dove sappiamo esserci degli alberghi. L’albergo Italia è chiuso, troviamo una camera all’albergo Garibaldi di Via Cavour 23 (Tel.0382995251) per 50 euro senza colazione.

Mentre riposiamo arriva una telefonata dall’ufficio, Livio….ciao dove sei? Io in bici e tu? Sei in ufficio? Si? Allora fermati un attimo e dai un occhiata in Internet se ci trovi un albergo per domani…Livio disponibilissimo lo fa e ci trova un albergo “giusto” a Castel San Giovanni. Ah, se non ci fossero certi colleghi che ti prendono alla “Lettera” Grazie. Ciao Livio, sei il migliore maratoneta ma in bici si fa meno fatica…!

Venerdi. Partenza ore 8.15. Sesta tappa: Sannazzaro de Burgondi/ Castel San Giovanni, Km 59.38

Stamattina è un po’ nuvoloso, partiamo di buona lena in direzione di Pavia.
Facciamo la strada a scorrimento veloce per recuperare tempo perché forse siamo in ritardo sulla tabella di marcia. Ci fermiamo a fare colazione in un bar a Pieve Albignano. La barista è simpatica e ci chiede che viaggio stiamo facendo…”piacerebbe anche a me” si lascia scappare!

Passiamo per Zinasco, troviamo una pista ciclabile lunga circa 1 km che costeggia la strada, arriviamo a Pavia e seguendo le indicazioni di un ciclista locale; svoltiamo a destra per San Pietro e ci troviamo direttamente al cospetto del bellissimo ponte coperto sul Ticino. E’ una bella vista ed è piacevole percorrerlo. Dopo il ponte svoltiamo a destra verso Belgioioso sulla SS 234.

Appena superata Pavia ci fermiamo ad un banco di frutta e verdura per acquistare il solito pranzo a base di frutta di stagione. Il gestore è simpatico e ci racconta che si fermano anche altri pellegrini a piedi o in bici che percorrono la Via Franchigena.

Riprendiamo con lena sfiorati dai Tir fino a Santa Cristina, qui svoltiamo a destra per la 412 verso la Val Tidone e la nostra meta di oggi, Castel San Giovanni. Ci fermiamo all’ombra di un bosco per il pranzo, fa molto caldo e la frutta aiuta a rinfrescarci e a riprendere energia. Dopo un breve riposo riprendiamo la marcia e arriviamo Castel San Giovanni all’albergo Leon D’oro in via Nino Bixio 35 (Tel.0523849461).

E’ un albergo in ordine, pulito e i gestori simpatici e disponibili. Ci aiutano anche a cercare via web un albergo per domani e ci danno consigli su ristoranti del luogo con specialità locali; anche loro cucinano ma ci dicono che modestamente fanno menù fissi a prezzi contenuti…. Decideremo, intanto facciamo un giro in paese e non resistiamo ad un bel panino con la mitica pancetta piacentina.

La sera poi decidiamo di rimanere in albergo per la cena per niente male a soli 12 euro con vino locale. La stanza è carina, è ideale e apprezziamo la pulita semplicità.

Sabato. Partenza ore 8.00. Settima tappa: Castel San Giovanni/ San Pietro in Cerro, Km 58.64

Lasciamo Castel San Giovanni e imbocchiamo subito la strada n.10 verso Piacenza. Tralasciamo le anse del fiume perché vogliamo accelerare il percorso.

Arriviamo a Piacenza, facciamo oltre 1 km e poi chiediamo la strada per Mortizza e ci indicano la direzione per l’argine del Po. Ci ritroviamo per una circonvallazione che corre lungo la mura della città che abbiamo alla nostra destra. Proviamo ad entrarvi per un breve tratto, poi riusciamo verso sinistra e imbocchiamo un sottopasso con pista ciclabile che ci porta sull’argine maestro. Arriviamo a Mortizza passando per Bosco dei Santi.

A Mortizza scendiamo in paese e ci fermiamo alla cooperativa per prendere un caffè. Facciamo una sosta ai tavolini e un gruppo di ragazzini ci circonda curioso delle nostre bici e colori, facendoci qualche domanda alla quale rispondiamo volentieri, anche altre persone si intrattengono a parlare con noi.

Arriva una telefonata di Maurizio, un amico che abita non lontano, ci diamo appuntamento a Roncaglia dove poco dopo ci incontriamo. Lui è venuto in macchina portando cose buone per il pranzo e la sua bici per fare un tratto di strada con noi. Ci diamo appuntamento a Roncarolo e lui ci precede, invece noi riprendiamo l’argine maestro che in questo tratto si snoda in un paesaggio selvaggio e maestoso.

A Roncarolo, appena scesi dall’argine, tra la chiesa e il campo sportivo ci sorprende un gazebo in legno con tavolo e panchine ben ombreggiato e una fontanella…nemmeno lo avessimo organizzato! Apparecchiamo la tavola. Maurizio ha portato dell’ottimo salame cremonese, pane croccante, acqua in abbondanza, vino fresco e crostata della mamma. Che pranzo ragazzi!

Trascorriamo almeno un paio d’ore a chiaccherare e a rifocillarci. Che sosta piacevole! Maurizio è stato molto gentile e disponibile e ci ha fatto molto piacere.
Riprendiamo ora la marcia in tre sempre sull’argine passando da Zerbio e arriviamo a Caorso. Bello il castello al quale diamo un occhiata dal cortile e suggestiva l’architettura del cinema Fox, arrivato fin qui direttamente dal passato; pittoresca invece la casa di riposo con vistosi motivi religiosi sulla facciata.

Fa molto caldo e tira vento contrario. Passiamo per Polignano e arriviamo finalmente all’agriturismo “La valle”, poco prima di San Pietro in Cerro; è una azienda agricola con prevalenza di allevamento maiali e nei fine settimana accolgono i turisti. Si cena con prodotti tipici dell’azienda e tipici del luogo. 55 Euro la camera doppia, tel 0523839162.

Domenica. Partenza ore 8.00. Ottava tappa: San Pietro in Cerro/ Mezzano inferiore, Km 67.91

Mattina fresca e nuvolosa.
Andiamo verso Villanova sull’Arda e ci fermiamo in un bar per la colazione. Qui un signore ci indica che avremmo potuto  prendere poco distante la strada d’argine, infatti così facciamo.

La strada è asfaltata e gradevolissima da percorrere. Passiamo da Polesine Parmense, Zibello, Pieve Ottoville, Ragazzola. La strada si snoda attraverso la campagna che si ripete nelle sua uguale diversità. Ogni tanto uno spruzzo di pioggia ci fa “scappare” per evitarla ma non piove mai molto e non occorrono nemmeno protezioni.

A Ragazzola o da quelle parti abbiamo perso la strada d’argine, ma non è molto importante, le strade locali sono poco trafficate ed è piacevole percorrerle. Proseguiamo per Gramignazza, Torricella e Coltaro. Qui troviamo vicino all’argine un rifugio per la pioggia che intanto si era intensificata. Approfittiamo della pausa per consumare il pranzo a base di frutta.

Vicino alla chiavica che ci ripara c’è un ristorante bar e un bello slargo con delle panchine, dalle quali si può ammirare il Po in tutta la sua grandezza e bellezza.  Gradiamo la pausa anche se un po’ disturbata dalla pioggia.
Nel tratto tra Coltaro e Colorno ci fermiamo in un Agriturismo per vedere se hanno una stanza. Era uno di quegli “Agriturismi” troppo di lusso che a nostro avviso travisano quello che è lo spirito dell’alloggiare in un agriturismo. Molto falso e caro!

Proseguiamo per Colorno, qui seguiamo una indicazione di un hotel che ci fa fare dei giri viziosi. Infine lo troviamo ma si rivela carissimo…Incredibile. Ce ne andiamo pensando che nulla accade per caso e che ci sarà pure un motivo perché succeda così. Andiamo avanti, avremo più fortuna? Passiamo Mezzano Superiore e comincia a scarseggiare l’acqua da bere.

Ci guardiamo intorno per cogliere qualche abitante in giardino che ci possa gentilmente rifornire, ma sembra tutto deserto, nessuno in vista. Finalmente a Mezzano Inferiore vediamo una fontanella ma si rivela guasta! Dei cartelli indicano a sinistra verso l’argine un posto di nome “Laghi Paradiso”, immaginando un laghetto di pescatori ci andiamo sperando di trovare almeno un bar.

In questo tratto di strada (pieno di gatti) scorgiamo un uomo in un cortile, ci fermiamo e chiediamo dell’acqua. Lui ci invita ad entrare e ci offre spontaneamente delle bibite! Che gentile e che sollievo! Ci dissetiamo e riempiamo le borracce. L’uomo, si chiama Luigi, ci invita a sederci per bere e riposarci. Lo facciamo volentieri. Ci chiede del nostro viaggio e ci parla un po’ di lui, oggi hanno il battesimo della loro bambina e stanno allestendo una festicciola all’aperto, ciononostante ci invitano a rimanere anche per la notte!

Accettiamo volentieri pensando che la cosa rientra nello spirito del viaggio. Ci offrono una stanza che è molto in disordine ma è stimolante, una esperienza da vivere carpe diem.

Lunedi. Partenza ore 8.00. Nona tappa: Mezzano Inferiore/ Cavezzo-Disvetro, Km 81.55

Ripartiamo da questa casa ospitale lasciando un messaggio di ringraziamento scritto sul tavolo.

La giornata è bella, secca e fresca. Prendiamo l’argine in direzione di Brescello dove ci fermiamo a fare colazione. Scattiamo qualche foto ricordo con Don Camillo. Ci dirigiamo verso Boretto per la strada bassa perché quella d’argine è trafficata. Seguiamo alla lettera il percorso descritto da un pieghevole che ci hanno inviato a casa  da www.appenninoverde.org.

La mappa e la spiegazione del percorso sono abbastanza fedeli e utili. Arriviamo a Gualtieri respirando l’aria del pittore Antonio Ligabue, molto presente nelle rappresentazioni locali. Passiamo Guastalla e ci inoltriamo nella campagna Reggio/Modenese. Prendiamo la Via Veniera che ci porta nei territori della grande “Fiuma” arrivando finalmente a Rolo. Da qui proseguiamo per Resega.

Fa caldo ed è difficile trovare acqua. In direzione di Concordia vediamo una donna in una vecchia casa all’incrocio con la via S. Stefano e le chiediamo dell’acqua. Siamo disidratati e non ci sono persone in giro. La signora ci accoglie nel cortile di quella che era in passato una scuola elementare, ci fa accomodare e ci disseta. Si uniscono suo marito e un vicino.

Chiacchieriamo volentieri con la Sig.a Adriana, sono persone anziane e capiamo che fa loro piacere vedere qualcuno e scambiare qualche parola. Ci sentiamo bene con queste persone così semplici ma vere e spontanee. Ma quante cose succedono chiedendo un bicchiere d’acqua!!! Ne abbiamo avuto anche uno di vino…
Approfittiamo della gentilezza e chiediamo di poter consultare le guide telefoniche e così con qualche telefonata troviamo un alloggio in un B&B a Cavezzo a villa Pacchioni. Nel cortile ci sono un cagnolino molto simpatico (Ciupin) e un gattino (Pierino) che non manchiamo di apprezzare.

Ci congediamo da queste simpatiche persone e, ormai a fatica visti i km fatti e le molte strade bianche, riprendiamo verso S. Possidonio quindi arriviamo alla meta di oggi.

Ci accoglie molto calorosamente Monica, che gestisce il B&B che ci ospita, ci fa accomodare e ci offre bibite caffè e torta appena fatta. Prendiamo una stanza per 60 Euro (Via Ronchi, 39 Cavezzo tel.0535 58347, www.villapacchioni.it).

Siamo contenti, la casa di campagna ha una cura particolare per i dettagli, è un posto interessante, meriterebbe di fermarsi più a lungo. La sera Monica si offre di accompagnarci in auto in paese alla festa della tagliatella…wow! Grazie, apprezziamo e le stiamo già trasformando in energia…

Martedi. Partenza ore 8.30. Decima tappa: Cavezzo-Disvetro/Bondeno, Km 58.35

Bella giornata fresca.
Dopo una ricchissima colazione, ci separiamo a fatica da Monica, dalla sua casa e i suoi cani, Bianca e Scott. Che bella persona, chissà se torneremo a trovarla.

Dapprima andiamo verso Medolla, percorriamo la trafficata strada 468 fino a San Felice sul Panaro. Quì troviamo una stupenda pista ciclabile che ci porta in mezzo alle campagne in una corsia di granoturco fino a Finale Emilia. Il percorso è tranquillo e molto ombreggiato con alcune panchine ogni tanto.

A Finale facciamo spesa alla Coop e prendiamo la strada d’argine sinistro del Panaro. E’ un lungo e assolato rettilineo.
Fa molto caldo e siamo ancora in riserva d’acqua e disidratati. Arriviamo a Santa Bianca, attraversiamo il ponte di legno per entrare in paese.

Quasi davanti alla chiesa troviamo delle panchine ombreggiate dove possiamo fermarci a mangiare la frutta e riposare. Facciamo una piccola esplorazione circostante e troviamo un capannone di una festa di paese in smobilitazione e così ne approfittiamo, ci sediamo comodamente ai tavoli deserti, pranziamo, abbiamo ombra e acqua a volontà. Dopo esserci ben riposati e rifocillati riprendiamo la strada d’argine con più forza.

Arriviamo a Bondeno e cominciamo la ricerca di un posto per la notte. In paese troviamo una pattuglia di vigili e chiediamo se non avessero qualche idea in merito, dopo qualche spiegazione si offrono gentilmente di guidarci mostrandoci la strada verso un paio di locande con camere.

Li ringraziamo e salutiamo, quindi noi individuiamo  una locanda vicino al canale napoleonico, è una pizzeria con camere, Al Diavolo il suo nome, una camera doppia per 44 Euro. Non è male, un posto semplice e pulito (Via Virgiliana,126 Bondeno Tel.0532893610).
La sera una magnifica pizza ci mette in pace lo stomaco e la mattina dopo una colazione consumata in veranda ci prepara alla nuova giornata.

Mercoledi. Partenza ore 8.20. Undicesima tappa: Bondeno/Serravalle, Km 69.73

Bella giornata. Dall’albergo in circa 4 km ci troviamo all’argine del Po verso San Biagio.
Qui troviamo un ciclista locale, Bruno, che ci accompagna per alcuni km. Ora la strada è bellissima, si snoda tutta lungo l’argine e si chiama “Destra Po”. Bruno ci saluta, scende per andarsi a mangiare un panino col salame…lo capiamo e noi proseguiamo verso il mare, dove si andrà a riposare il nostro grande fiume.

Ora l’asfalto lascia il posto ad un brecciolino sottile. Il Po è largo e imponente, scorre lento che ci sembra fermo. Arriviamo a Pontelagoscuro e a causa di lavori dobbiamo lasciare l’argine. Comincia a fare caldo, arriviamo in un punto attrezzato vicino al fiume, ci sono tavolini, bar,  ombra e una fontanella, fantastico, è tutto quello che ci serve.
E’ una riproduzione del “Mulino del Po” reso famoso da un vecchio sceneggiato televisivo di Riccardo Bacchelli. Dopo esserci rifocillati riprendiamo la marcia proseguendo in uno scenario magnifico senza nessun disturbo se non il fruscio delle ruote e il rullare delle gomme sull’asfalto.

Il Po scorre lento e alcuni gabbiani si fanno trasportare da dei detriti galleggianti… Alcuni tratti di golena sono allagati e molti uccelli trovano interessante stazionarvi. Siamo quasi alla meta di oggi. A Cologna ci sono delle case nelle golene…Se un tempo qui la gente non se la passava bene immaginarsi questi che abitavano nelle golene con il rischi di trovarsi il Po in casa.

Passiamo Berra e arriviamo a Serravalle dove abbiamo fissato una camera. Al bar La Piazza, la Sig.ra Annelora ci fa una bella e calorosa accoglienza e ci accompagna all’appartamento che ci ha riservato per 56 Euro (P.zza Mazzini,31 Tel 0532834025 Serravalle,  www.lapiazzatour.it). Ci accompagna festante anche il suo cagnolino Cico con il quale facciamo amicizia dopo le dovute presentazioni.

Alla sera il bar La Piazza ci offre una ottima cucina casalinga di pasta fatta in casa dalla stessa Annelora. I suoi figli Stefano e Marco affittano anche le biciclette, fanno riparazioni e eventuale recupero in caso di bisogno. Simpatici, speriamo di non averne bisogno!

Giovedì. Partenza ore 8.20. Dodicesima e ultima tappa: Serravalle/Pila-Boccasette, Km 61.62

Ultima tappa.
Anche oggi il tempo è bello, partiamo. Diamo un ultimo sguardo alla piazza di Serravalle, ampia e particolare con la chiesa a sinistra e il campanile a destra, dalla parte opposta della strada.

Riprendiamo l’argine sempre bello,  ma dopo circa un chilometro lo dobbiamo abbandonare per lavori in corso. Le strade provinciali sono comunque poco trafficate e piacevoli da percorrere. Arriviamo così ad Ariano Ferrarese dove abbiamo deciso di passare sulla sponda veneta.

Un ponte moderno ci collega ad Ariano Polesine, qui ci hanno detto che alcuni giorni orsono gli abitanti delle due Ariano hanno fatto una tavolata sul ponte che unisce le due località dallo stesso nome in segno di amicizia! Bella iniziativa.
Proseguiamo ora sull’argine “sinistra Po”, altrettanto bello del lato emiliano anche se aperto al traffico privato che comunque è scarso. Passiamo San Basilio, Rivà e sulla nostra destra si staglia geometrico il castello di Mesola sul versante ferrarese. Passiamo sotto la Romea e proseguiamo sull’argine che lasciamo all’altezza di Cà Vendramin, piccolo borgo che precede Porto Tolle.

Ci inerpichiamo sul ponte del Po di Goro che ci sembra il Mortirolo… Sappiamo di essere quasi alla meta e il corpo pregusta già il meritato riposo.

Ci fermiamo a Cà Tiepolo per acquistare il pranzo e quindi attraversiamo l’abitato di Porto Tolle. Un altro ponte ci aspetta, il ponte del Po di Venezia. A metà del ponte, percorrendo il lato ciclabile, ci sono delle scalette che scendono direttamente sulla strada d’argine che conduce a Pila. Le bici pesano ma con cautela riusciamo a scendere le scalette che ci risparmiano un lungo giro di alcuni chilometri.

Una volta scesi sulla strada d’argine, ci incontriamo con Luca e Simone, amici di amici con i quali facciamo conoscenza sul campo. Erano stati informati del nostro passaggio ed erano venuti a salutarci. Luca gentilmente ci aveva procurato un alloggio a Boccasette dai Signori Farabottin che hanno delle camere per turisti in Via kennedy 28 per 40 euro la doppia (tel.042685042).

Dopo i saluti riprendiamo a rollare verso la meta. Il sole ci martella, siamo stanchi. Arriviamo a Pila.

Ecco, qui il Po finisce, non muore, si sposa con il mare e qui termina anche il nostro viaggio. Facciamo alcune foto all’indecifrabile punto dove il Po si getta nel mare e a noi stessi, soddisfatti di aver portato a termine questa avventura.

Ritorniamo sui nostri passi e arriviamo a Boccasette. Siamo in anticipo su previsto e così abbiamo due giorni per fare la vita del turista al mare.
Chilometri complessivi 730 circa.

Post Scriptum

Il viaggio del Po sembra finito,  per semplificare le cose abbiamo seguito lo sbocco al mare solo del Po di Venezia, in realtà il grande fiume si divide nel delta in diversi rami che vanno a formare queste terre d’acque che è appunto il delta.

Una terra molto particolare, molto dura in passato, una terra in perenne movimento che si espande e restringe, sempre in lotta col mare dove si protrae.

Il Po continua a scorrere portando sabbia e materiale che costruiscono i territori di questa zona, disegnando dei paesaggi di terre e acque affascinanti per la loro particolare natura.

Una terra da valorizzare perché possa essere fruita da un turismo consapevole della bellezza del paesaggio, adatta ad escursioni in bicicletta, in canoa, a cavallo per i più attivi ma anche per un turismo tranquillo fatto di bagni, sole in riva al mare dove per esempio la spiaggia di Boccasette, particolarmente interessante, offre questo tipo di tranquillità, l’emozione di gustare un fritto misto, un bicchiere di vino sotto un tetto di cannette palustri che ci riporta ad altri tempi passati ma qui ancora al presente..

In quanto al viaggio, non abbiamo avuto particolari difficoltà o disagi, il tempo ci è stato amico e non ci sono stati dislivelli da superare a parte qualche piccola salita in Piemonte e gli innumerevoli cavalcavia e sottopassi. Questo ci ha permesso di non dovere troppo selezionare le cose che ci abbiamo portato con noi e quindi un po’ di superfluo ci ha accompagnato ma ci ha anche rassicurato nel caso ce ne fosse stato il bisogno.

La parte più difficile in realtà è proprio questa, quella di riportare le fasi del viaggio, raccontare e prendere nota, cosa che facciamo comunque con piacere perché permette a noi e a chi vorrà leggere di rivivere le fasi dell’avventura vissuta.

Le uniche “difficoltà” sono state  la scarsa disponibilità di approvvigionamento acqua e il pensiero di dover trovare un alloggio prima di essere troppo stanchi, questo a volte è stato un problema ma che comunque è stato risolto volta per volta.

Non abbiamo voluto pianificare questo aspetto da casa per mezzo di Internet perché Internet non riflette completamente le realtà dei posti e quindi abbiamo preferito la verifica sul luogo anche chiedendo ai locali .

Gli alloggi citati sono frutto quindi della casualità e i nostri commenti a riguardo sono del tutto personali e soggetti a valutazioni soggettiva, quindi non vincolanti  per chi volesse ripercorrerli; abbiamo ritenuto potesse avere qualche utilità tuttavia inserire questi indirizzi per la comodità di chi li volesse comunque utilizzare.

Speriamo che anche questo nostro lavoro, unitamente a quello di altri che ci hanno preceduto, possa servire a realizzare una ideale “ciclopista del Po” che possa essere in equivocamente individuata e percorsa più agevolmente da sempre più cicloturisti, come accade per altre vie d’acqua in Europa. Per ora ci è sembrato, a parte i ciclisti locali e di giornata, che il traffico di ciclo viaggiatori sia molto scarso (solo due coppie di ciclo stranieri incontrate).

Infine una sorpresa…Qualcuno ha “parlato” e veniamo contattati da un giornalista locale, Mirko Avanzo della testata giornalistica “La Voce di Rovigo” che ci chiede di poter raccontare qualcosa della nostra avventura lungo il Po. Assecondiamo volentieri e  ci intratteniamo con lui nel nostro ultimo alloggio di Boccasette a parlare di noi e del Po. Pochi giorni dopo esce un articolo sul suo giornale che riportiamo qui.

“Barchessa” e “Ravagnan”

(Graziana e Antonio)

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